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Tra i Borghi più belli d'Italia

Se volete dipingere l’album delle vostre vacanze con i pennelli dell’arcobaleno siete nel posto giusto, i borghi che troverete hanno tutti le sfumature della natura, dalle antiche pietre alla trasparenza delle acque termali, fino agli affreschi di giovani artisti, ai giardini e le strade bordate di essenze coltivate o spontanee.

Il borgo medievale di Campiglia Marittima, capoluogo comunale, è un dedalo di vicoli piazze e piazzette ricco di beni architettonici e monumentali con spettacolari affacci sul mare e sulle isole dell’Arcipelago toscano, non dimenticate di portare lo sguardo più lontano, perché c’è da scoprire il profilo montuoso della Corsica verso nord ovest, e poi laggiù verso sud ovest, non vorrete perdere lo spettacolo di Punta Ala e dell’isolotto dello Sparviero che, da quassù, sembrano uniti da rilievi più lontani, sì, quello è il promontorio dell’Argentario. Intorno a noi la Rocca, le antiche case torri in stile pisano che affiorano dai palazzi, e poi scalette, balconcini che toccano il cielo, e un profumo diffuso di dolce; la schiaccia campigliese.

Venturina Terme, la frazione maggiore del comune, ha un cuore liberty, un’anima contemporanea e radici romane, il saliscendi del centro storico qui si dimentica, tutto in piano, per scoprire in relax una cittadina adagiata nella verde campagna generosa di produzioni agricole di qualità e di sorgenti termali che vanno a formare gradevoli ambienti lacustri.

Basta percorrere pochi chilometri per incontrare la frazione di Cafaggio, anch’essa in pianura ed immersa nel verde, un piccolo centro tranquillo dal sapore rurale, attraversato dalla strada regionale bordata da meravigliosi pini marittimi. Poco distante Casalappi, non una frazione vera e propria ma una località che prende il nome da un antico castello e da una fattoria, la dolcezza dei bassi rilievi e una signorile ruralità vi sorprenderanno.

Sulla vecchia Aurelia, direzione nord, ecco Lumiere, che prende il nome dalle miniere di allume del Granduca di Toscana Cosimo I, anche qui troverete di che soddisfare il palato e, in estate, il solo attraversare la frazione vi farà avere la percezione di stare in un giardino botanico dedicato alla bouganville.

LA ROCCA DI CAMPIGLIA MARITTIMA

Da rocca a rocca, Campiglia è terra di castelli, i principali sono il castello di Rocca San Silvestro nell'omonimo parco archeominerario e la Rocca dei Della Gherardesca alla sommità del centro storico. Distano pochi chilometri l'uno dall'altro e sono in relazione con torri e castelli dei dintorni.

Il complesso monumentale della Rocca di Campiglia è aperto al pubblico dal 7 giugno 2008 dopo che il comune sottopose gli edifici e le mura a un importante intervento di restauro.
La rocca occupa un’area semicircolare sulla collina più alta delle due alture su cui si stende il centro antico di Campiglia, a quota 281 m s.l.m., comprende l’edificio del cassero o dongione, l’antica cisterna, l’imponente parete merlata con bifora dell’edificio gentilizio (sec. XI – XV) e l’acquedotto degli anni ’30 del XX secolo. Con l'obiettivo di ricostruire la vita antica della comunità, sono stati collocati nel cassero i reperti archeologici rinvenuti durante gli scavi della Rocca appartenuta alla famiglia della Gherardesca. Tra questi reperti si segnalano una corazzina quasi integra, un elmo e una piccola collezione di armi. L'esposizione comprende anche interessanti e gradevoli pannelli didattici.

Da Suvereto a Bolgheri, Piombino, San Vincenzo e... mamma mia quanti, di torre in torre la storia dell'Europa sui passi dello straordinario e innovatore archeologo medievista che fu Riccardo Francovich. Ogni costruzione ha funzioni diverse, non ci troverete Biancaneve e Cenerentola, ma altre fanciulle e leggende che vorrete conoscere di più, la giovane Ubertenga, la leggenda dell'orchidea, la storia del minatore etrusco e poi del fonditore medievale, il battitore di moneta e il minatore Dumas.

Entrerete nella storia attraverso la fiaba, o viceversa, a bordo di un trenino o a piedi, nelle gallerie ricche di minerali fino in cima alle torri dove, ancora una volta respirerete aria di mare e macchia mediterranea.

LA PIEVE DI SAN GIOVANNI

La Pieve di S. Giovanni fu costruita intorno al 1173 su un colle prospiciente Campiglia Marittima.

Posta all’esterno delle mura, rispose probabilmente alle esigenze dettate dall’incremento demografico sostituendo nelle funzioni una precedente chiesa battesimale situata, secondo quanto è ipotizzabile dalle fonti d’archivio, nei pressi dell’attuale Cafaggio.

Un’iscrizione sul paramento della facciata, oltre a indicare l’anno di costruzione fornisce il riferimento del maestro responsabile dell’impresa di costruzione: Matteo.

Le caratteristiche architettoniche rimandano a modelli di ascendenza classica propri dell’architettura pisana della fine dell’XI e del XII secolo, come testimoniano i due piccoli portali della facciata e del fianco nord.

Quest’ultimo portale è caratterizzato dall’architrave costituito da un unico blocco marmoreo bianco con scene di caccia al cinghiale simboleggianti la sconfitta del male da parte del Cristo, di produzione scultorea degli anni Settanta e Ottanta del XII secolo. In una parete esterna del transetto settentrionale è visibile un’iscrizione incisa sulla pietra, al di sotto della copertura, che riporta la celebre frase di natura palindroma “Sator arepo tenet opera rotas” comune a molti altri edifici medievali.

IL TEATRO DEI CONCORDI


Il teatro ottocentesco all’italiana è un piccolo gioiello che incanta ogni visitatore e ogni artista che salga sul suo palco.

Venne inaugurato il 26 dicembre 1867.

Dopo varie vicissitudini e altrettanti passaggi di proprietà fra pubblico e privato, il teatro chiude i battenti una prima volta nel 1929 (“svolgendo attività solo in occasione dei veglioni promossi dalle patriottiche organizzazioni cittadine”), li riapre nel 1938, diventa cinema, viene ristrutturato nel 1964 (anno in cui venne soppresso il golfo mistico, ridotto il palcoscenico, aumentanti i palchi che diventano quarantaquattro), supera il rischio di essere trasformato in “civili abitazioni”.

Finalmente nel 1974 il Comune decide di acquistarlo e ne affida la gestione a uno specifico comitato, il cui impegno termina nel 1982 quando deve chiude per manifesta inagibilità.

La volontà è quella di dare nuova vita a questa struttura e ha inizio una lunga opera di restauro che si conclude il 21 aprile 1990 quando a inaugurare il “nuovo” Concordi viene chiamata Anna Proclemer: così rimesso a nuovo ospita varie iniziative; da allora, a parte alcune chiusure per manutenzione straordinaria e adeguamento impiantistico il Concordi ha una sua costante programmazione.

Sito web del teatro

IL MUSEO D'ARTE SACRA

Via della Libertà, 15



Il Museo inaugurato l’11 luglio 2003, è collocato in due locali sottostanti la chiesa parrocchiale di San Lorenzo, Campiglia Marittima.

La sala più ampia è costituita da quanto rimane dell’edificio medievale che, con una parte di terreno, fu acquistato nel 1277 per costruire l’attuale chiesa. Questi ambienti, divenuti dopo il '500 luogo di sepoltura, furono riportati alla luce da uno scavo archeologico nel 1991 e successivamente restaurati perché vi trovasse collocazione il Museo.

Nell’esposizione di arte sacra, si raccolgono arredi liturgici di proprietà dell’antica Propositura di Campiglia Marittima. In una prima sezione è stata collocata una piccola collezione di reperti lapidei medievali, tra i quali una bella colonna ofitica (XIII sec)  e due cornici, frammenti di balaustra (IX-X sec).

Di particolare bellezza un Crocifisso in bronzo, già attribuito al Giambologna, ma più probabilmente opera dell’allievo Antonio Susini (1580-1624).

Tra i paramenti emerge un parato completo realizzato con un prezioso tessuto di manifattura francese laminato in argento e con decorazioni in oro, databile alla seconda metà del 1600.
Interessante anche l’ampia collezione di reliquiari, tra i quali spicca quello a tempietto che custodisce la reliquia del cosiddetto “latte della Madonna” (fine XVI sec).

Nella sezione degli argenti: calici, ostensori, cartegloria, leggii da altare e crocifissi databili dal 1600 al 1800. Tra questi opere dell’argentiere livornese Spagna.

Interessante una scultura in alabastro, raffigurante il Cristo flagellato alla colonna, realizzata da un artigiano toscano e donata da un nobile pisano alla Compagnia del SS.mo Sacramento.

Tra i dipinti l’Ecce Homo: dipinto raffigurante Gesù con i segni della Passione, realizzato dal pittore fiorentino Alessandro Frigoni, detto Bazzicaluva. (1652).

Chiude la mostra un’esposizione di oggetti vari di carattere devozionale tra i quali: una formella in ceramica rappresentante la Sacra Famiglia (XV-XVI sec.) e alcune Via Crucis in madreperla incisa.

Sito web del museo