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Il Tour della Giornata del Fai

 

L'itinerario si snoda nel borgo di Campiglia Marittima, partendo dal Teatro dei Concordi, passando per il Museo di Arte Sacra per poi concludersi con la visita al Palazzo Pretorio.

PARTENZA DAL TEATRO DEI CONCORDI

Il teatro ottocentesco all’italiana è un piccolo gioiello che incanta ogni visitatore e ogni artista che salga sul suo palco. Venne inaugurato il 26 dicembre 1867. Dopo varie vicissitudini e altrettanti passaggi di proprietà fra pubblico e privato, il teatro chiude i battenti una prima volta nel 1929 (“svolgendo attività solo in occasione dei veglioni promossi dalle patriottiche organizzazioni cittadine”), li riapre nel 1938, diventa cinema, viene ristrutturato nel 1964 (anno in cui venne soppresso il golfo mistico, ridotto il palcoscenico, aumentanti i palchi che diventano quarantaquattro), supera il rischio di essere trasformato in “civili abitazioni”. Finalmente nel 1974 il Comune decide di acquistarlo e ne affida la gestione a uno specifico comitato, il cui impegno termina nel 1982 quando deve chiude per manifesta inagibilità. La volontà è quella di dare nuova vita a questa struttura e ha inizio una lunga opera di restauro che si conclude il 21 aprile 1990 quando a inaugurare il “nuovo” Concordi viene chiamata Anna Proclemer: così rimesso a nuovo ospita varie iniziative; da allora, a parte alcune chiusure per manutenzione straordinaria e adeguamento impiantistico il Concordi ha una sua costante programmazione.
 

MUSEO ARTE SACRA

Il Museo inaugurato l’11 luglio 2003, è collocato in due locali sottostanti la chiesa parrocchiale di San Lorenzo. La sala più ampia è costituita da quanto rimane dell’edificio medievale che, con una parte di terreno, fu acquistato nel 1277 per costruire l’attuale chiesa. Questi ambienti, divenuti dopo il '500 luogo di sepoltura, furono riportati alla luce da uno scavo archeologico nel 1991 e successivamente restaurati perché vi trovasse collocazione il Museo.
Nell’esposizione di arte sacra, si raccolgono arredi liturgici di proprietà dell’antica Propositura di Campiglia Marittima. In una prima sezione è stata collocata una piccola collezione di reperti lapidei medievali, tra i quali una bella colonna ofitica (XIII sec)  e due cornici, frammenti di balaustra (IX-X sec)
Di particolare bellezza un Crocifisso in bronzo, già attribuito al Giambologna, ma più probabilmente opera dell’allievo Antonio Susini (1580-1624)
Tra i paramenti emerge un  parato completo  realizzato con un prezioso tessuto di manifattura francese laminato in argento e con decorazioni in oro, databile alla seconda metà del 1600.
Interessante anche l’ampia collezione di reliquiari, tra i quali spicca quello a tempietto che custodisce la reliquia del cosiddetto “latte della Madonna” (fine XVI sec)
Nella sezione degli argenti: calici, ostensori, cartegloria, leggii da altare e crocifissi databili dal 1600 al 1800. Tra questi opere dell’argentiere livornese Spagna.
Interessante una scultura in alabastro, raffigurante il Cristo flagellato alla colonna, realizzata da un artigiano toscano e donata da un nobile pisano alla Compagnia del SS.mo Sacramento.
Tra i dipinti l’Ecce Homo: dipinto raffigurante Gesù con i segni della Passione, realizzato dal pittore fiorentino Alessandro Frigoni, detto Bazzicaluva. (1652)
Chiude la mostra un’esposizione di oggetti vari di carattere devozionale tra i quali: una formella in ceramica rappresentante la Sacra Famiglia (XV-XVI sec.) e alcune Via Crucis in madreperla incisa.


PALAZZO PRETORIO

L’esterno - è uno degli edifici più significativi del borgo, quest'antica dimora del Capitano di Giustizia d’origine duecentesca, è stata varie volte modificata durante i secoli, ma il segno più interessante lasciato su questa struttura, sono gli stemmi dei  Capitani di Giustizia i rettori che Firenze inviò tra i secoli XV e XVII in questo capitanato, sulla facciata principale. Interessanti su questa facciata gli archi in conci di pietra bicromi.

Attualmente, l'edificio ospita l'Archivio Storico, la Biblioteca dei Ragazzi "Il palazzo dei Racconti", il Museo Carlo Guarnieri che custodisce numerose opere del pittore – xilografo.
La biblioteca dei ragazzi aperta da una decina d’anni è stata arredata e abbellita con disegni progettati appositamente dall’illustratrice Teresa Alberini, all'epoca allieva dell’Accademia di Belle Arti di Firenze, istituzione che cominciava il suo progetto di valorizzazione che a tutt’oggi è attivo in convenzione con l’amministrazione comunale.
L'archivio storico del Comune di Campiglia Marittima conserva sia documentazione preunitaria, prodotta dalle antiche istituzioni preposte all'amministrazione di questo territorio, sia i documenti del Comune sorto all'indomani dell'unificazione amministrativa del Regno d'Italia.
Sono qui conservati anche gli archivi di numerose istituzioni di assistenza e beneficenza ed opere pie attive nel territorio comunale.
 

Mostra Museo Permanente Carlo Guarnieri In esposizione grandi tele, disegni, xilografie e matrici che furono incise dall’artista di fama internazionale che dà il nome al museo (Campiglia 1892 - Grosseto 1988).
L’esposizione si articola in cinque sale e comprende 61 opere di cui 36 xilografie e le relative matrici, 7 studi e disegni e 18 dipinti. Si tratta di un patrimonio importante che spazia per tutto l’arco creativo dell’artista che da ragazzo fino agli ultimi giorni di vita lavorò con immutata passione e trasporto. Il museo è frutto della donazione che la famiglia di Carlo Guarnieri, dando seguito alle volontà dell’artista, fece in favore del Comune di Campiglia Marittima.

Biografia sintetica di Carlo Guarnieri
Carlo Guarnieri 1892-1988, nasce a Campiglia Marittima il 23 ottobre del 1892. Allievo dapprima di Egisto Ciappacasse, artista pisano, frequenta dal 1906 al 1915 il Regio Istituto di Belle Arti di Firenze, dove si laurea nel 1915. In quel periodo il suo maestro fu Adolfo De Carolis
del quale divenne allievo prediletto. Come Incisore fece parte del primo Gruppo per la rinascita
della xilografia in Italia e partecipò alla «Esposizione Italiana della xilografia a Levanto» nel 1912. Sempre con De Carolis conobbe D’Annunzio. La sua attività non si limitava alla grafica; come pittore, dopo la prima mostra a Firenze nel 1907, fu invitato nel 1914 alla XI Esposizione
Internazionale d’Arte di Venezia. Dovette lasciare Firenze per la grande guerra, durante la
quale fu decorato con tre medaglie al merito. Nel 1921 venne invitato alla I ° Biennale Romana e fu presente anche alle successive degli anni 1923-25. Nel 1923 si trasferì a Torino nello studio di Tovez, qui trovò un grande amico in Felice Carena. Nel 1927 divenne socio ad honorem dell “Associazione pittori e scultori” di Madrid. Chiusa la parentesi torinese si trasferì a Roma dove lavorò molti anni a fianco di amici come Sartorio, Selva, Marinetti, Arturo Martini ecc. Dopo
la seconda guerra ritornò alla natia Toscana dove la dolcezza del paesaggio e la fiera semplicità della gente lo ha sempre affascinato. In tanti anni di seria attività, numerosi sono stati e continuano
ad essere i riconoscimenti da parte della critica e della stampa. Ha esposto in numerose città: Roma, Milano, Venezia, Firenze, Parigi, Londra, Tokio, Madrid, Bruxelles. Sue opere si trovano presso importanti collezioni italiane e straniere.


Mostra dei Rondoni Da alcuni anni si è venuta consolidando a Campiglia la volontà di conoscere, tutelare e convivere con i Rondoni, il gruppo Rondoni Campigliesi coordinato da Eugenia Parisi ha intrapreso iniziative culturali e creato una Pagina Facebook dedicata ai Rondoni (Apus apus) di Campiglia Marittima, con l'intento di aggregare sensibilità e condividere conoscenze sulla specie che possano aiutare a promuoverne e la tutela e la valorizzazione come tratto identitario del paese. I rondoni sono legati all'identità di Campiglia Marittima, come i muri in pietra, i colori e profumi della flora, i cibi e le feste tradizionali. Arrivano sparsi a primavera, riempiono il cielo di giugno con i loro voli acrobatici e le strida caratteristiche, tutti insieme ripartono nella seconda metà di luglio. Li amiamo perché mettono allegria e il loro arrivo segna l'inizio della bella stagione, sono sullo sfondo delle nostre storie personali, ci affascina la loro vita di grandi migratori. Tra le azioni messe in campo in collaborazione con l'amministrazione comunale basti citare l’indicazione adottata nel regolamento edilizio di favorire modalità costruttive rispettose dei nidi e e volte a favorire nuove nidificazioni. @Rondonicampigliesi.SwiftsofCampiglia 

ROCCA DI CAMPIGLIA MARITTIMA

Il complesso monumentale della Rocca di Campiglia è aperto al pubblico dal 7 giugno 2008 dopo che il comune sottopose gli edifici e le mura a un importante intervento di restauro.
La rocca occupa un’area semicircolare sulla collina più alta delle due alture su cui si stende il centro antico di Campiglia, a quota 281 m s.l.m., comprende l’edificio del cassero o dongione, l’antica cisterna, l’imponente parete merlata con bifora dell’edificio gentilizio (sec. XI – XV) e l’acquedotto degli anni ’30 del XX secolo. Con l'obiettivo di ricostruire la vita antica della comunità, sono stati collocati nel cassero i reperti archeologici rinvenuti durante gli scavi della Rocca appartenuta alla famiglia della Gherardesca. Tra questi reperti si segnalano una corazzina quasi integra, un elmo e una piccola collezione di armi. L'esposizione comprende anche interessanti e gradevoli pannelli didattici.

PIEVE DI SAN GIOVANNI

La Pieve di S. Giovanni fu costruita intorno al 1173 su un colle prospiciente Campiglia. Posta all’esterno delle mura, rispose probabilmente alle esigenze dettate dall’incremento demografico sostituendo nelle funzioni una precedente chiesa battesimale situata, secondo quanto è ipotizzabile dalle fonti d’archivio, nei pressi dell’attuale Cafaggio. Un’iscrizione sul paramento della facciata, oltre a indicare l’anno di costruzione fornisce il riferimento del maestro responsabile dell’impresa di costruzione: Matteo. Le caratteristiche architettoniche rimandano a modelli di ascendenza classica propri dell’architettura pisana della fine dell’XI e del XII secolo, come testimoniano i due piccoli portali della facciata e del fianco nord. Quest’ultimo portale è caratterizzato dall’architrave costituito da un unico blocco marmoreo bianco con scene di caccia al cinghiale simboleggianti la sconfitta del male da parte del Cristo, di produzione scultorea degli anni Settanta e Ottanta del XII secolo. In una parete esterna del transetto settentrionale è visibile un’iscrizione incisa sulla pietra, al di sotto della copertura, che riporta la celebre frase di natura palindroma “Sator arepo tenet opera rotas” comune a molti altri edifici medievali.

VILLA MUSSIO

Villa Mussio è situata a Campiglia Marittima (LI) in una splendida posizione tale da poter spaziare con lo sguardo nell’entroterra della Val di Cornia.

Spostandosi verso l’incantevole Mare Tirreno la vista abbraccia  tutte le isole, dall’Isola del Giglio fino alla Corsica e dall’Isola d’Elba fino all’Isola Di Montecristo e all’Isola di Capraia.
La Villa – che risale a metà del 1800 – è stata voluta dall’Avvocato Luigi Mussio ed è stata ideata e costruita dall’Architetto Cesare Spighi che la eresse, per volontà del Proprietario, con l’intento di realizzare una dimora sontuosa ma ad uso familiare.

Villa Mussio ha ospitato per molti anni il noto pittore-xilografo Professore Carlo Guarnieri, stimato e apprezzato dal mondo dell’arte.

L’edificio  ottocentesco  ed  i  relativi  fabbricati  sono  stati  oggetto  di  una  recente  e  raffinata ristrutturazione.

Il progetto è stato sviluppato sulla base delle esigenze della nuova proprietà ed ha come elemento caratterizzante la generale ed estesa ristrutturazione dell’intero immobile e delle parti accessorie, pertanto tale da coinvolgere tutti gli spazi, sia interni che esterni, il tutto finalizzato ad una migliore fruibilità del compendio immobiliare per adattarlo alle moderne esigenze e necessità abitative oltre che di rappresentanza, mantenendo i suoi originari fascini.

La Proprietà ha inoltre di recente acquisito il terreno e l’immobile adiacenti a Villa Mussio andando così ad integrare ed arricchire la proprietà medesima.

Lo scopo è quello di creare uno spazio multifunzionale che mette a disposizione dei suoi ospiti tutta una serie di spazi con diversa possibilità di fruizione: un teatro con vista mozzafiato che abbraccia tutta la costa ed immerso negli ulivi; aree pianeggianti rifinite a verde naturale integrate con essenze arboree varie oltre ad ulivi tradizionali, costruite da vari terrazzamenti raccordati da viali; percorsi pedonali dedicati alla  fruizione del verde, della natura; area campo multifunzionale con primario utilizzo di campo da tennis ma da poter adibire ad attività varie.